Un nome, una garanzia

Vanessa Bellardinelli e’ un nome che affascina ma, allo stesso tempo, imbarazza gli abitanti delle “English speaking countries”. Affascina perche’ ha una connotazione tutta italiana e contiene quel “bella” che e' associato by default allo stereotipo di ragazza latina. Imbarazza perche’ nessuno riesce a pronunciarlo come Cristo comanda. Quando parlo al telefono con un operatore bancario o un impiegato dell’ospedale o della compagnia elettrica la prima domanda e’ sempre “is that Miss Beuauauaui?” al quale io puntuamente replico” Yes, Miss Bellardinelli. It’s a difficult name so don’t worry...” seguiti da due secondi di imbarazzo (dall’altra parte della cornetta). Non vi dico allo scempio al quale ho dovuto assistere negli ultimi sei anni su lettere, cartoline, avvisi e via dicendo. Alla stregua dei geroglifici! E non vi dico neanche di quando mi tocca fare una prenotazione in un ristorante cinese/taiwanese/coreano!! Con tutte quelle elle poverini..."ciacci" mi diventano!! In questi frangenti di solito uso il nome Fletcher - una tantum... Detto cio’, capisco e scuso gli errori madornali fatti nello spelling del mio cognome. Non capisco invece (e tanto meno scuso!) quelli di cui e’ vittima il mio nome, il quale e’ a tutti gli effetti un nome di origine INGLESE. Vanessa viene spesso (mal) scritto come Venessa, Venesa, Vanissa e via dicendo. Eppure il nome fu ufficialmente inventato da Jonathan Swift nel 1713 (nato come anagramma del vero nome della sua amante), l’autore de I Viaggi di Gulliver. Prima di allora quel nome non esisteva. I miei genitori, quando decisero di chiamarmi cosi’, avevano in mente Vanessa Redgrave, attrice inglese. Ma niente, neanche le mie “referenze” filobritanniche mi hanno risparmiato da questa forma di “analfabetismo” anglosassone. I miei figli spero avranno vita piu' facile - anche se a chiamarsi Fletcher in Italia...non la vedo proprio semplice.

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