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Showing posts from 2015

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Epilogo

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Ora capisco lo stupore sconfinato che debbono provare gli americani quando approdano in Europa, soprattutto nello stivale. Un continente in cui a paesaggi meravigliosi si accompagnano storie e culture millenarie ed una tradizione culinaria sopraffina (persino quella austro-tedesca!). Se solo sapessimo salvaguardarlo tale patrimonio... (e qui parlo soprattutto dell'Italia e della Grecia). Gli Stati Uniti fanno sempre riflettere. Anche le esperienze negative sono spunto di riflessione. Perché in fondo, così tanto di tutti noi è un prodotto della loro cultura - del grande marketing, della cinematografia, della letteratura ed anche della tecnologia Made in America. Il sogno americano è molto meno americano di quello che si pensi. È il sogno di tutti noi, del quale loro reclamano i diritti (come su tutto il resto). Gli Stati Uniti sono il troppo ma anche il nulla. Sono il sovraffollamento delle città ma anche la totale tranquillità e vuotezza delle praterie sterminate, dei desert

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 18

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Oggi abbiamo visto posti meravigliosi ai quali sarebbe impossibile fare giustizia tentando di descriverli a parole. Posti che si possono vedere solo viaggiando via terra: remoti, sconfinati, a scarsissima densità di popolazione. È stato il giusto antidoto a Las Vegas, una sorta di purga per tutti gli eccessi. La bellezza della terra a contrasto con la bruttezza umana. Abbiamo visto anche posti così puramente ed autenticamente americani. Pompe di benzina in mezzo al nulla, quei bar bettola tipici dove entri ed al bancone ci sono seduti uomini coi baffi ed il cappello da baseball, curvi su loro stessi che bevono una birra od un gin che la barista fa scorrere lungo il legno del bancone. Cose da film. Cose vere. Il passaggio dagli US al Canada è stato semplice - in Canadian style. È stato un viaggio lungo e stancante questo (6150 km in totale), ma meraviglioso. Ed ora sono lieta di essere a casa, a Calgary. Un ringraziamento speciale va ai miei genitori,che hanno sponsorizz

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 17

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Ed è arrivato il momento di tirare fuori i fazzoletti e salutarsi. I bambini sono stati quasi tutto il giorno in uno stato di costernazione, con Sebastian che ogni tanto scoppiava a piangere inconsolabilmente. È difficile spiegare loro perché li abbiamo divisi dalla loro famiglia. Solo quando saranno più grandi saranno in grado di apprezzare (spero) la nostra scelta. Ora proviamo a spiegaglielo, ma termini come "sicurezza", "futuro", "lavoro" e "pensione" non è che facciano tanta breccia nella loro percezione della realtà. Ma un giorno capiranno. Ne sono certa. È stata una giornata faticosa: 12 ore di macchina e 4 ore di stress puro questa mattina per cercare di far montare tutti sull'elicottero senza perdite di sangue (e soldi). Strano non mi sia venuto il mal di testa! Siamo passati dall'arsura del Nevada alle zone più verdi dello Utah passando per le praterie dell'Idaho fino ad arrivare in Montana. Calgary è sempre più v

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 16

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Facevano 40 gradi oggi a Las Vegas. La piscina era piena di esseri deformi, imbruttiti dalla grettezza delle proprie vite e dal troppo cibo. Il casinò puzza sempre di fumo. C'era una che vomitava in corridoio. C'era l'olezzo di overdose di colesterolo. Insomma, tutto secondo programma. Non so neanche cosa scrivere oggi, su questo diario, perché non c'è niente da dire. È tutto così tristemente finto e volgare. Un luna park con spaccio di puttane e buffet dove tutto ha un prezzo. Las Vegas ha il prezzo della dignità umana oltre che del pianeta calpestato da troppa aria condizionata ed un ecosistema insostenibile nel mezzo del deserto. Domani si parte verso il Canada, di prima mattina. Un altro addio/arrivederci. I bambini hanno voluto dormire coi nonni e sono molto tristi...la vita continua. Citazione del giorno: molti pensano che il lusso sia il contrario della povertà. Non è così. Il lusso è il contrario della volgarità. (Coco Chanel)

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 15

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Mi è dispiaciuto lasciare LA, al cui stile di vita - pretenzioso e superficiale - mi ero quasi abituata. Mi è dispiaciuto soprattutto perché sapevo la prossima metà sarebbe stata Las Vegas che è l'esatto opposto di Los Angeles: piena di grezzi, barbini, esseri grotteschi che in questo circo di vite cercano i loro cinque minuti di goduria. Las Vegas è il sogno delle working class: pacchiana, priva di classe, priva di eleganza e abbondante di fast food e fast sex. Mi ero ripromessa di non tornarci mai più. Ci sono tornata ma ora basta. Avanza anche. Il resto manc(i)a. Citazione del giorno: quello che succede a Vegas, non deve uscire da Vegas. (E meno male!!!!)

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 14

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I gabbiani non sono poi diversi dalla stragrande maggioranza delle persone. Pensano e possono volare alti, ma spesso si ritrovano a planare bassi per racimolare le briciole lasciate dietro da qualche turista. Sono lì che vorrebbero prendertele di mano ma non hanno abbastanza coraggio per affrontare la situazione di petto. Si avvicinano quatti quatti, fanno finta di niente, fanno gli gnorri e poi...ti rubano alle spalle! Una situazione media amministrativa italiana (e non solo), direi. Malibù è bellina. Opulenza in chiave oceanica. Certo non ha quello che in inglese viene definito il wow-factor (fattore meraviglia). Non per noi europei che di coste stupende ce ne abbiamo da vendere - partendo dal sud della Grecia fino ad arrivare al nord dell'Irlanda. Hanno lo spazio per vivere però, per sentirsi liberi. Dove si può correre, giocare, imprecare senza dare fastidio al vicino di asciugamano. Lo ripeterò a non finire: la bellezza delle "nuove" terre è che lo spazio fisico

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 13

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Oggi Los Angeles ha un po' più senso. Gli studi della Paramount (unici ancora operativi in tutta Hollywood) hanno aperto una piccola finestra su un mondo che esiste, che dà da mangiare a migliaia di persone e che è la vera storia, la vera anima di questo posto. In cui i sogni nascono sulla base di idee vivisezionate, riarrangiate e ricucite per dare vita a dei progetti incredibili. Quegli stessi sogni che popolano da sempre la nostra fantasia, sin dai tempi in cui eravamo bambini e guardavamo Happy Days. Hollywood è l'insegna più riconoscibile al mondo dopo McDonald's. Un miracolo marketing divenuto vita, aspirazione, identificazione (e conformismo anche). La piscina, la jacuzi, l'insostenibile leggerezza dell'essere...troppo leggera per essere. Alla quale ci si abitua facilmente. Stasera serata in un bar ad Hollywood. Siamo riusciti a trovare la forze di rivestirci per uscire dopo aver già indossato il pigiama ed esserci addormentati sul letto coi bimbi. 1

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 12

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La stanchezza ti spossa, ti incattivisce. La stanchezza abbinata alla confusione ed al caldo ti logorano. Disneyland è una macchina macina soldi in cui uno vorrebbe tornare bambino con il conto della carta di credito a ricordargli che è un adulto. Colori, musica, cappellini, caroselli e lecca lecca. Altro giro altro regalo. Ed altra fila. Sotto il sole, ovviamente. 12 ore. Dall'alba al tramonto. I bambini si sono divertiti tantissimo. Meravigliati e stregati. Ma a volte mi chiedo se certe cose non vengano date per scontate. Sebby ha 7 anni ed a Disneyland ci è già stato due volte. California dreaming. Vizi cosmopoliti. La campanella della giostra suona, la corsa è finita....avanti un altro. Citazione del giorno: gli adulti sono semplicemente dei bambini antiquati.  (Dr. Seuss)

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 11

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Sono convinta che LA abbia il suo perché, il suo fascino. Che non sia immediata come NYC o San Francisco. Certe città occorre viverle dal di dentro per apprezzarle veramente. È così anche per Calgary. Certo è che vista così, da turista, LA non è che sia così stravolgente. C'è tanta ricchezza, tanta ostentazione. Ci sono tante Ferrari e tanti arabi e cinesi pieni di borse di acquisti fatti da Gucci o da Ralph Lauren. C'è il sole che splende senza sosta. C'è chi c'ha (troppo). E c'è la patina di pizzi e merletti hollywoodiani. Non so neanche più che foto scattare qui a LA. La fama di questa città si nutre soprattutto del nostro immaginario. Un sogno Made in Hollywood. Un sogno fumoso e sbriluccicante che quando ti svegli, ti rendi conto, non lasci assolutamente nulla se non qualche postilla di sudore. Citazione del giorno: Adoro Los Angeles. Adoro Hollywood. Sono posti bellissimi. Tutte le persone sono di plastica. Ma io amo la plastica. Voglio essere d

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 10

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Il capitolo Los Angeles è iniziato male: con il padrone della nostra villa a Beverly Hills (un giovane dirigente di un hedge fund) che ci ha fatto vedere i sorci verdi. Per fortuna la situazione si è raddrizzata ma la prima impressione lascia l'amaro in bocca. Los Angeles non è San Francisco. È arida, quasi grottesca ed arrogante. Superficiale, ricca ed opulenta. Il traffico è punitivo. A Beverly Hills, dove la macchina più sfigata è una Mercedes, ti strombazzano, insultano e mandano a cagare per un nonnulla. La tipica strafottenza di chi pensa di poterselo permettere per diritto acquisito. Santa Monica ha le spiagge enormi ed i famosi "baywatch" che non somigliamo per nulla a Pamela Anderson. Ma non ha raffinatezza, non ha classe. Los Angeles è Disneyland versione boutique. Ma la villa con piscina sulle colline all'ombra delle palme fa fico. Sebby ci vorrebbe vivere per sempre. Lui che adora Disneyland. Noi invece non ci vivremmo mai. Questa non è la Califo

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 9

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Goodbye San Francisco. La Pacific Highway è deserta alle 8 della mattina. E nebbiosa. Come la città all'alba ed al tramonto. Una strada bellissima che costeggia l'oceano. Ma lunga, troppo lunga per i bambini. E così, una volta incontrato il traffico, decidiamo a malincuore di prendere l'autostrada che passa all'interno. Nonostante tutto ci abbiamo messo 12 ore. Poveri cuccioli. La California ha un debito pubblico altissimo. E si vede: strade rattoppate, buche, sporcizia. Certe cose costano. In Canada le diamo per scontate. Siamo arrivati a Beverly Hills con il buio che aveva già inghiottito tutti i contorni delle case, delle vie di questa parte di città. Per strada si vedono le solite insegne: McDonald's, Denny's, KFC. Tutta qualità a buon mercato. Benvenuti negli US - il Paese forse più contraddittorio sulla faccia della terra. Tra cinematografia e realtà, cristianità e dannazione, genio e sregolatezza, bellezza e volgarità. Di tutto e un po' di pi

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 8

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La grande città. Piena di gente. Piena di vita. Caotica. Dove le persone sono incattivite ed ognuno è già parecchio avanti nella lotta per la conquista del proprio "mio". Proprio come piace a me. Ma anche no. San Francisco è sorprendentemente a traffico leggero. Si percorre bene ed i parcheggi costano poco. Mi sarebbe piaciuto viverla un po' più dal di dentro. Ma con i bimbi non si può. Con la stanchezza addosso neanche. In un'altra vita forse. O magari in questa - visto mai le congiunture astrali un domani ci portassero nella baia... Ho i capelli appiccicosi e arruffati di umidità e salsedine. Il naso bruciacchiato. E tanta voglia di oceano. La mozzarella qui è buona. Altro che quella insipida che si trova a Calgary e che viene spacciata per prodotto italiano. Di italiano vero a Calgary non c'è niente. Ma forse mi ci trovo bene anche per quello. A proposito, qui sotto sono arrivati dieci romani. Nelle prime 12 ore abbiamo dovuto suonare due volte per far s

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 7

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A casa c'è sempre confusione, sempre chiasso. Sembra il film Mamma Ho Perso l'Aereo. Siamo usciti stamattina con delle ottime intenzioni: percorrere a piedi dal Golden Gate Bridge al Fisherman's Wharf (circa 6km più extra), dove ci aspettava la barca per Alcatraz. Già dopo 1km e mezzo avevamo capito che la scelta non fosse stata felicissima con quattro bambini dai 7 anni in giù che dopo mezz'ora erano già stanchi. Me ce l'abbiamo fatta. Ce l'hanno fatta! Per quando siamo arrivati a destinazione il posto era un delirio: per trovare un buco per mangiare abbiamo dovuto camminare ancora a lungo. Alla fine ci siamo accontentati di un frittaccio straunto di pesce. Mi rimarrà la voglia di una porzione di insalata di gambero fresca.... Alcatraz è Alcatraz. Anche senza Clint Eastwood. Ci ero già stata e le esperienze quando già fatte non hanno mai la stessa intensità. C'è solo una prima volta. San Francisco invece è proprio una gran bella città, la seconda

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 6

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Mi mancava la vita della (grande) città. Un posto dove la gente vive, lavora e viene anche in vacanza. Un posto che vibra, che sa di (seppur non lunghissima) storia. Un posto che ha carattere, colore e odore. Così come mi mancava il mare. E che mare! L'oceano Pacifico con le sue spiagge immense e le sue onde lunghe. Per me è stato un dolce ritrovo, un ritornare alla mia essenza. I bambini hanno corso, si sono bagnati, si sono insabbiati. Hanno fatto cose da bambini. Ed anche io che dentro, forse, sono ancora un po' (troppo) bambina.... È quasi rassicurante vedere che a San Francisco tutto è più sporco, le strade hanno le toppe, e ci sono erbacce incolte (ovviamente dipende dal metro di paragone - ciò è vero solo se lo si confronta al Canada non all'Italia!). Citazione del giorno: stai attento che prendi freddo (di cui non esiste traduzione in inglese in quanto nessuno credo abbia mai detto una roba del genere!...mi ero dimenticata le fisme italiche...)

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 5

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Oggi è stata tutta una corsa contro il tempo. Per arrivare all'aeroporto di San Francisco prima che atterrasse l'aereo con a bordo i miei genitori e la famiglia di mia sorella (persa). Per non pisciarmi addosso dopo le ultime 2 ore di viaggio con aria condizionata a palla (vinta), per arrivare a casa in tempo per vomitare a causa di una fortissima emicrania (pareggiata). Esatto. Neanche questa vacanza poteva passare immacolata. La mia emicrania ha voluto entrare di forza nelle foto ricordo. Ci sono voluti 4 Advil, 1 Axert e ben 2 punture di Toradrol più svariate ore di immobilità per farmela passare. Comunque, è andata per fortuna. I bambini sono estatici. La gioia di vedere Jude e Sebastian correre lungo i corridoi dell'aeroporto per riabbracciare gli adorati nonni, gli zii e le amatissime cuginette è stato commovente. Viola e Sebby non hanno smesso un attimo di parlare. E Penny già, nel suo repertorio molto personalizzato di vocaboli, ha inserito "Jude".

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 4

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Oggi abbiamo fatto altre cose da bambini e poi altre 5 ore di viaggio. Una botta al cerchio ed una alla botte...boom boom! Fuori dalle grandi città incontriamo di tutto. Sembra quasi di stare in uno dei tanti film e telefilm americani che monopolizzano da decenni il nostro immaginario. C'è il motociclista attempato con tatuaggi, panza e barba da capretta, c'è il poco di buono (o così sembrerebbe) con canotta bianca e faccia truce, c'è la simil-battona con pelle avvizzita, gonna troppo corta e sigaretta appoggiata di lato, sugli angoli della bocca che puntano verso il basso. Ci sono i nativi, i sudamericani, i camionisti. Ce n'è per tutti i gusti. E il mio pensiero è: probabilmente hanno una pistola addosso o nel cruscotto della macchina. Lo dicono le statistiche mica io. Ma gli americani ci piacciono. Anche quelli più "scary" hanno un qualcosa di vagamente familiare e sono di solito cordiali e simpatici. Oggi, quando era il mio turno di guida, un ca

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 3

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Il problema è che pensiamo di essere ancora quelli di dieci anni fa. Di poter venire a Portland e pellegrinare di libreria in caffè, di bar in ristorante, ficcandoci magari in mezzo qualche museo di arte moderna o qualche passeggiata urbana. Poi ci svegliamo dal sogno e ci ricordiamo di avere due bambini ai quali di sedere in un caffè a guardare la gente che passa non può fregare un cazzo di meno (scusate il francesismo) a meno che non possano distruggere qualche sedia o versare quindici bustine di dolcificante sul tavolino. E allora ci tocca fare cose "da bambini". Per carità, non c'è nulla di male. Anzi. Ma non credo Portland sia il posto giusto, ecco. A volte non credo neanche noi abbiamo lo spirito giusto... Ma Portland è interessante, bella a suo modo. Non vedevo così tanta gente alternativa dai (bei) tempi in cui bazzicavo in quel di Londra. La frangia gay è molto attiva e molto evidente. Ci sono fricchettoni, simil-punk, rockettari, fichetti e molto altro. Gl

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 2

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Oggi altre otto ore di viaggio. Più di 1200km macinati in meno di 48 ore. Siamo partiti allegramente da Sandpoint (un posto di ordinaria villeggiatura) con destinazione Portland. Siamo passati dal verde delle montagne dell'Idaho, all'arsura giallo paglierino delle pianure immense dello stato di Washington al tratto coreografico di autostrada nell'Oregon, da Pasco a Portland, che corre per centinaia di km nel canyon del Columbia River. Una meravig lia!   Fuori dalle grandi città di tendenza, la stragrande maggioranza della gente è obesa, sciatta e mangia schifezze. Nei piccoli centri, trovare qualcosa di commestibile che non provenga delle catene fast-food è quasi impossibile.   Portland, di contro, è un posto interessantissimo. Proprio una bella città, piena di bella gente (alternativa, liberale, progressista), di locali interessanti, di ottimi ristoranti. Culturalmente vivace. Prediletta da hippies in bicicletta amanti di librerie e caffè radical chic che vivono a

US Roadtrip - Diario di Viaggio: Giorno 1

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Sette ore di auto da Calgary a Sandpoint. Bimbi bravissimi (anche se non hanno mai chiuso occhio). Strada quasi sempre ad una corsia, eppure tragitto liscio, quasi rilassante. Paesaggi bellissimi (a tratti, mi hanno ricordato certe parti dell'isola sud della Nuova Zelanda). Alla frontiera, contro ogni pronostico, doganieri americani cordialissimi. Addirittura interessati a noi (non penso accadrà nella direzione opposta!). Questa è la prima volta c he entriamo negli Stati Uniti "via terra". Il confine tra Canada e US è invisibile ma sostanziale. Tutto sembra uguale ma non lo è. Il Canada parla di ricchezza diffusa, organizzazione, pulizia, ordine, cordialità, quasi raffinatezza. Gli US parlano di confusione, disorganizzazione, trasandatezza, fast food e disuguaglianza. Eppure trasudano simpatia. Tutto ha più carattere. Tutto sembra essere più interessante.   Ah si...la nostra macchina, che a Calgary è tra le più mediocri, qui è tra le più nuove... (ma siamo nell'I

La sottile linea che divide la legittima difesa dall’illegittima offesa

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I fatti di cronaca dei giorni recenti sono serviti a far capire molte cose. Prima fra tutte, come la massa sia in preda al sensazionalismo giornalistico e si soffermi sulla superficialità della notizia e non sulla complessità dei fatti accaduti. A meno che non si sia testimoni oculari di un fatto, non si potrà mai avere la certezza di che cosa sia successo davvero e se quello che viene abilmente raccontato dalla stampa non sia altro che una mera interpretazione dell’accaduto atta a veicolare i sentimenti della massa. Perché la massa ormai legge sempre meno e quel che è peggio, pensa sempre meno. Nell’era dei social network e delle fast news, basta un tweet a scatenare il putiferio. Basta il titolo di un trafiletto letto in un post del ragazzo di un’amica a farci credere di sapere tutto. Condividi tu, condivido io e il gioco è fatto. Ormai non si tratta neanche più di leggere ma semplicemente di immaginare. Tutto è lecito se hai almeno venti “mi piace”. I social network sono

Donne Con Le Gonne

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L’emancipazione femminile è ancora oggi un tema molto scottante. A più di trent’anni della liberazione sessuale e dalla rivoluzione politica e culturale del ’68, le donne seppur rappresentando la maggioranza nel pianeta, rimangono ancora succubi ed allo stesso tempo gregarie del ruolo maschile. Ci sono fior fiore di trattati, seminari e libri scritti a riguardo su come la diversità, sia a livello di genere che di cultura, rappresenti una forza non una debolezza ed un mondo più inclusivo sia la chiave per una società più giusta e bilanciata. Eppure ancora oggi nel 2015, noi donne ed un gruppo ristretto di uomini ci troviamo a dover ribadire l’ovvio, a dover lottare con unghie e denti per difendere quei diritti che sono limitati al nostro ruolo di madri e mogli più che di individui. Come cantava già Vecchioni parecchi anni fa, meglio una donna noiosa sottomessa e che possibilmente usi poco il cervello piuttosto che una donna in carriera che sappia quello che vuole e lotti per quel ch

Outstanding Books: The Road

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The smoke travelling from the United States that is currently covering Calgary's sky has reminded me of this amazing book awarded with the 2007 Pulitzer Prize and considered by many one of the best books of the last two decades. Set in a post-environmental catastrophe, The Road is a book about survival, endurance, fear, acceptance and love. A father and son’s journey along a road in a world where the sun does no longer shines and the sky is no longer blue; where danger lurks around every corner and human nature has recessed to its animal origins. It’s a world where all the values we know have been swept away and replaced by urgent needs, where there is no space for inner thoughts or self-doubt. It’s a book about life and death. Nevertheless, even in this bleak environment, the bond between son and father is stronger than anything else: stronger than starvation, fear, danger and, ultimately, death. The writing reflects the scenario that is set to describe: fragmented, a

Di Ciambelle e Buchi

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Tre settimane di vacanze italiane. Sono state delle belle vacanze all'insegna del sole, del mare, del buon cibo e di tanti Spritz. Vacanze durante le quali ho avuto modo di riabbracciare la mia famiglia ed i miei amici più cari, quelli con i quali non importa quanto tempo sia passato, ti ritrovi immediatamente. Sono state delle vacanze benefiche anche dal punto di vista sociale perché nell’era di Facebook, in cui nulla è come sembra, è stato fondamentale riaffermare le amicizie vere, che Facebook a volte rischia di offuscare, rafforzare quelle in erba ma con grosso potenziale e mettere una croce su quelle inutili alle quali Facebook ti porta a dare un’importanza fittizia.  L’Italia l'ho trovata così come l'avevo lasciata. Qualche buca in più, qualche negozio in meno. Un non-cambiamento tutto sommato positivo in un Paese in cui il peggio non è mai venuto. Gli italiani, in generale, li ho trovati peggiorati: tristi, rassegnati, incattiviti, appesantiti dalla pros

Home is Where Your Heart Lives

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There is a question that is often asked to expats: "Can you really feel at home in another country?" It  sounds like a simple question which, for many people, has a pretty simple answer: no. In my case, it is not that simple. The answer lies in the definition of "home". There is the simple meaning whereby home is "a house, apartment, or other shelter that is the usual residence of a person, family, or household." Then there is another definition, a more subtle one: "home is the place in which one's domestic affections are centered”. In other words, home is a place of belonging, of identity. It is that  space with which we identify and we draw boundaries around. And here is where most homes differ from one another. For the majority of people, home is a safe place, a habitat they know and feel comfortable in. It’s endurable and defined by the same people, the same habits – traditions, even. But there is a difference between “feeling at home” and

La Solitudine dei Numeri Primi

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Viviamo in un’era in cui socializzare è ormai a portata di click. Non c’è bisogno di vestirsi, di truccarsi, di farsi belli. Non c’è bisogno di comprare fiori o scegliere un buon ristorante. Non c’è neanche bisogno di uscire. Oggi come oggi, i social networks forniscono una piattaforma d’incontro virtuale in cui la distanza (sia fisica che emotiva) non è più un ostacolo. Anzi, forse rappresenta uno stimolo, quel famoso desiderio recondito che spinse Eva a mangiare la mela del peccato proprio perché le era stata proibita. Tinder è l’ultima delle App lanciata per incontrare persone. Ma non persone qualunque, bensì amici, potenziali partners o anche solo avventure di una notte. Justin Mateen, uno dei fondatori, ha dichiarato che il futuro dei social network è far incontrare gente che non si conosce. Facebook ci è in parte già riuscito. Ma Facebook è una piattaforma molto più platonica, goliardica, egocentrica. Tinder è il passo successivo, quello che apre le acque del mare che scorro

Non tutte le favole hanno un lieto fine....

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C’era una volta il Paese dei Balocchi. Dico c’era perché il Paese esiste ancora ma i balocchi sono scomparsi. Come racconta la famosa favola di Pinocchio, il Paese dei Balocchi era abitato da tanti bambini-burattini. Di quel tipo che pensano che la causa dei propri mali sia sempre colpa degli altri, che loro non c’entrano mai niente con nulla, che gli effetti non sono legati alle cause, che in realtà loro sono bambini buoni e che non sarebbero dove sono ora se non fosse per quei cattivoni del Gatto e la Volpe. Così, ai burattini, a forza di raccontarsi bugie non cresce solo il naso no. Dagli che ridagli, finisce che crescono anche le orecchie e la coda (di paglia) che ormai è talmente lunga e talmente incendiabile che basta alitarle un po’ vicino per darle fuoco! Ho per caso detto fuoco?! E certo perché i burattini per operare necessitano anche di un burattinaio, meglio se una combricola intera di burattinai! Gente che i fili li sa tirare bene! Gente che sa tirare fili e corda

Casa Dolce Casa

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Chi vive fuori c’è una domanda che si sente fare spessissimo (da chi fuori non ci ha mai vissuto): “Ma fuori Italia ti senti veramente a casa?” E’ una domanda abbastanza scontata (per chi la pone) che in realtà richiede una risposta molto poco scontata (per chi la elabora e cerca di rispondervi). Ci sarebbe da partire dal concetto di “casa”. C’è la definizione più esplicita che definisce la casa come “un edificio a uno o più piani, di dimensioni e aspetto vari, adibito ad abitazione dell’uomo, residenza di un nucleo familiare”. Poi c’è l’altra definizione, quella più sottile secondo la quale: “La casa è un luogo di appartenenza, di indentità. Rappresenta uno spazio di individuazione all’interno del quale un individuo si definisce e si da’ dei confini.” E qui è dove le case, per la maggior parte, si differenziano. Per i più, la casa è uno spazio conosciuto e quindi rappresenta il vissuto rispetto all’ignoto, un luogo confortevole, sicuro, immutabile nel tempo, frequentato dalle stess